È possibile chiedere la cessione del quinto se ho già un pignoramento in busta paga?
La risposta al seguente quesito è affermativa, ma soltanto entro determinati limiti. In sostanza, è ammissibile formulare la richiesta di cessione del quinto, anche se è in corso una procedura di natura esecutiva mediante un pignoramento presso terze parti, dove una percentuale del proprio stipendio è già impegnata.
In questa casistica, in qualità di richiedente, però, ti troveresti a dover fronteggiare due rate mensili: la prima, dovuta alla cessione del quinto e corrispondente al 20% dello stipendio al netto delle entrate; la seconda, destinata a saldare il pagamento del credito pignorato.
Se è possibile chiedere la cessione del quinto anche se hai già un pignoramento in busta paga è un argomento molto dibattuto, visto che i limiti percentuali, volti ad assicurare con la parte rimanente dello stipendio un tenore di vita per lo meno dignitoso, andrebbero inquadrati meglio.
Ai sensi di quanto indicato nella normativa di riferimento, a fronte di pignoramento presso terzi, la quota cedibile mediante questa tipologia di prestito va calcolata come la differenza che intercorre tra i 2/5 dello stipendio netto e l’importo pignorato. Nello specifico, quest’ultima non può oltrepassare la soglia di 1/5 dello stipendio in caso di debiti da lavoro o tributi e 1/3 dello stipendio in caso di versamento degli alimenti.
Calcolatrice alla mano, se un lavoratore dipendente presso un’impresa pubblica ha come stipendio netto mensile 1.500 euro, 2/5 del suo stipendio corrispondono a 600 euro. Quindi, a fronte di un debito da lavoro, questo non può superare i 300 euro, in quanto pari ad 1/5 della sua retribuzione netta.
Ne consegue che il dipendente può rimborsare un finanziamento con cessione del quinto fino a massimo 300 euro, risultato dato dalla sottrazione dei 2/5 del suo stipendio e di 1/5 della somma pignorata. 600 € – 300 € = 300 €.
Si può subire un pignoramento se ho già in atto la cessione del quinto?
Anche in questo caso, la risposta è affermativa.
Partendo dall’assunto che la Cessione del Quinto è la formula di prestito più diffusa tra coloro che hanno entrate mensili certe, come i lavoratori presso imprese pubbliche, statali e private con contratto a tempo indeterminato e pensionati, nell’immaginario collettivo si tende a credere erroneamente che il pignoramento risulti impossibile, perché chi ha ottenuto la liquidità aggiuntiva mediante cessione del quinto si trova in una botte di ferro.
Nulla di più distante dalla realtà. L’atto viene notificato non solo a chi contrae il debito, ma anche al suo datore di lavoro. Quest’ultimo, secondo quanto stabilito dalla legge, ha il compito di informare il giudice in relazione a tutti gli importi di cui è debitore presso il suo dipendente. Tutto ciò indipendentemente dalla tipologia di debito. E la cessione del quinto non è di certo un’eccezione.
Ad esempio, un dipendente di un’impresa privata ha uno stipendio netto pari a 2.000 euro. Dopodiché, per realizzare un progetto dove si richiede liquidità extra, opta per la cessione del quinto. La rata da saldare nel piano di ammortamento corrisponderà a 400 euro, in quanto 1/5 di 2.000 euro.
Qualora dovesse subire un pignoramento, il dipendente dell’impresa privata del nostro esempio si ritroverebbe a saldare una rata mensile massima di 600 euro, corrispondente al 50% dello stipendio netto a cui occorre sottrarre la rata della cessione del quinto. Numeri alla mano (2.000 € : 2 – 400 €) fa appunto 600 euro.
C’è un limite tra cessione del quinto e pignoramento, per salvaguardare il mio stipendio?
Cessione del quinto e pignoramento, di fatto, possono coesistere. Il limite, però, va calcolato sempre tenendo conto del proprio stipendio al netto delle entrate. Si può pignorare solo sino al 50% al netto della quota ceduta. Nello specifico, si parte dalla metà dello stipendio ed il pignoramento viene calcolato sottraendo da questo importo la Cessione del Quinto.
Un pensionato che ha 1.000 euro ha una rata mensile pari a 200 euro, in caso di concessione della Cessione del Quinto. Il pignoramento può colpire solo la metà della pensione, pari a 500 euro, al netto della quota ceduta, corrispondente a 200 euro. Il limite nell’esempio è pari a 300 euro (500 € – 200 €).
Posso subire un pignoramento da più creditori anche se ho già in atto la cessione del quinto?
Assolutamente sì.
A seguito della sottoscrizione della cessione del quinto, può sopraggiungere un pignoramento. Due sono gli scenari possibili e si riferiscono alle motivazioni effettive del debito.
Se differenti, infatti, è possibile andare incontro anche a più di un pignoramento sullo stipendio del lavoratore. Ne consegue che più creditori hanno la facoltà di rifarsi sullo stipendio netto incassato dal dipendente, a patto però che non si oltrepassi mai il 50% delle entrate nette Trattasi di una questione connessa al garantire un tenore di vita quanto meno decoroso.
Se invece vi è uguaglianza tra le motivazione, al debitore toccherà pagare prima un creditore e poi i successivi. Quindi, in questa seconda opzione, non gli capiterà mai di dover fronteggiare più di un pignoramento per volta.
Lo Stato può pignorarmi se ho una cessione del quinto in atto?
Sì. L’esempio più fulgido ha per protagonista l’Agenzia delle Entrate.
Per compensi professionali maggiori di 5.000 euro, il pignoramento massimo in caso di cessione del quinto ammonta a 1/5. Se guadagni 10.000 euro al mese, ti possono pignorare fino a 2.000 euro.
Per importi fino a 2.500 euro mensili, la cifra massima pignorabile corrisponderà ad 1/10. Quindi con uno stipendio pari a 1.600 euro mensili, ti possono pignorare massimo 160 euro. Per concludere, per stipendi tra 2.501 e 5.000 euro, il pignoramento massimo è di 1/7.