Cessione del quinto rifiutata: Quando e perchè?

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La cessione del quinto dello stipendio è un tipologia di finanziamento senza finalità, che può essere richiesto per soddisfare dei bisogni personali, che fanno riferimento alla vita privata e familiare o per avere del denaro liquido.

Requisiti minimi per chiedere la cessione del quinto

La cessione del quinto è un tipo di prestito personale, a tasso fisso, che può essere richiesto dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e dai pensionati.

I requisiti minimi per poterne fare richiesta sono i seguenti:

  • ci deve essere un’anzianità contributiva presso la stessa azienda e deve essere di almeno 8 anni;
  • si può richiedere sulla somma accantonata al massimo il 70%;
  • è possibile farne richiesta una sola volta;
  • il lavoratore, o il pensionato, può richiedere questo finanziamento solo per le spese urgenti ( acquisto prima casa, maternità, etc); spese che devono essere documentate.

Accanto a questi requisiti ce ne sono degli altri. Il lavoratore deve essere un dipendente e avere un contratto a tempo indeterminato. Se si tratta di un pensionato, quest’ultimo deve avere un tipo di pensione che possa essere finanziabile. Lo stipendio, o la pensione, deve avere un importo minimo, ossia almeno 550 euro. Una conditio sine qua non è che non bisogna avere altri prestiti in corso con la cessione del quinto.

Occorre, inoltre, una polizza obbligatoria e indicare come garanzia il TRF (trattamento di fine rapporto).

Cessione del quinto dello stipendio negata: i principali motivi

La cessione del quinto non viene approvata sempre, ci possono essere delle circostanze in cui può essere negata sia ai lavoratori sia ai pensionati.

Se manca la copertura assicurativa, la domanda sicuramente verrà respinta. È obbligatorio avere una garanzia per poter usufruire del finanziamento.

Un altro motivo per cui la banca, o la finanziaria, può negare la cessione del quinto può essere una valutazione negativa dell’azienda nel caso in cui il richiedente è un lavoratore dipendente: in questa casistica rientrano i bilanci negativi dell’impresa, i ritardi ripetuti nel versare le quote di altre cessioni attive, e altre situazioni che mettono l’attività aziendale nella condizione di non essere solvibile.

Se l’azienda dove lavora il richiedente è una realtà troppo piccola, ovvero con meno di 16 dipendenti, la domanda può essere rifiutata. Il rifiuto del finanziamento può avvenire anche quando la società è neonata. Le aziende, o le società, per poter affrontare la cessione del quinto devono avere due condizioni imprescindibili: avere un’attività di almeno 24 mesi di vita e l’aver depositato minimo 2 bilanci.

Le altre ragioni per cui la cessione del quinto non viene approvata sono in capo al richiedente stesso, per svariate motivazioni.

In primis lo stato di salute del dipendente, ovvero se egli ha problemi gravi o ha fatto lunghi periodi di infortuni e malattia, la cessione del quinto può essere rifiutata dalla banca, o dalla finanziaria. Nel caso in cui il richiedente è un pensionato, ci sono dei controlli che vengono fatti sullo stato di salute e sull’età, che non deve essere troppo avanzata. C’è, infatti, un limite per poter ottenere la cessione del quinto: per i dipendenti è di 76 anni di età, mentre per i pensionati fino a 89 anni non compiuti.

I requisiti fondamentali per poter accedere alla cessione del quinto sono l’essere residenti in Italia e percepire un salario italiano, ossia il reddito da lavoro o la pensione.

Nel caso in cui il lavoratore sia neoassunto, o abbia un contratto di apprendistato o part-time verticale ha molte probabilità di vedersi negata la possibilità di accedere alla cessione del quinto, in quanto non ci sono delle garanzie sufficienti relative alla disponibilità di liquidità.

Per fare in modo che la richiesta venga accettata occorre avere come requisiti un reddito minimo di sopravvivenza, ovvero un reddito pari a 550 euro mensili, che deve rimanere al richiedente dopo che ha pagato l’importo della rata.

Cosa fare in caso di rifiuto della cessione del quinto?

Quando l’ente presso cui ci si rivolge per avere la cessione del quinto rifiuta la richiesta, occorre chiedere direttamente spiegazioni all’ente stesso o, in alternativa, cambiare ente erogante.  Bisogna fare attenzione ad avere tutti i requisiti necessari e che siano, soprattutto, in regola. In primo luogo bisogna rispettare l’anzianità minima del lavoratore dipendente, o del pensionato. Un parametro fondamentale nella valutazione è il reddito netto, il quale deve essere sufficientemente capiente per poter soddisfare la rata del prestito.

È fondamentale che il richiedente dimostri di non avere raggiunto un eccessivo livello di indebitamento, questo può accadere se ci sono altri finanziamenti già accesi. Uno dei vantaggi della cessione del quinto è quello di poter consolidare i debiti, inserendo in un’unica rata i debiti esistenti e rinegoziando nell’eventualità le condizioni contrattuali.

Non bisogna sottovalutare il ruolo dell’assicurazione. Se ci sono delle problematiche legate ad essa, la domanda per la cessione del quinto può essere rifiutata. Questi tipi di finanziamenti richiedono l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa. Questo per poter coprire vari rischi, tra cui il rischio di morte e il rischio legato alla perdita del lavoro. Nel caso in cui il richiedente sia un pensionato, è necessaria solo la copertura assicurativa inerente alla causa di morte.

È facoltà della compagnia assicurativa offrire o meno la copertura assicurativa, ciò avviene valutando la rischiosità del profilo del cliente. Queste valutazione vengono fatte, ad esempio, per quanto riguarda le professioni che presentano un alto rischio. Ci sono però delle compagnie assicurative che non mettono in atto questa tipologia di limitazioni.

Anche se non ci sono problematiche riconducibili al singolo dipendente, esistono dei casi in cui se la compagnia riceve richieste da più dipendenti di una stessa azienda, o società, può prendere la decisione di non accettare un ulteriore rischio. Nel caso dovesse capitare, la soluzione è quella di cercare un’altra compagnia assicurativa.

La domanda per la cessione del quinto nella maggioranza dei casi può essere rifiutata per insufficienza del TFR, dovuta a una richiesta anticipata di liquidazione o una scarsa anzianità nella posizione lavorativa. Per chi si trova in queste posizioni, il consiglio è di cercare delle finanziarie che concedono la cessione del quinto senza il TFR; i tassi di interesse potrebbero, però, essere più elevati.

Un ultimo caso che può portare alla negazione della cessione del quinto è legata alla solidità dell’azienda, o società, per cui il dipendente presta la propria forza lavoro.

Nel caso in cui si tratti di un’azienda molto piccola, pensiamo a una cooperativa o a una ditta individuale, in fase di valutazione possono esserci delle verifiche aggiuntive per capire qual è la garanzia del prestito. Queste indagini non precludono l’erogazione del finanziamento a priori. Queste problematiche si possono presentare anche se ci sono più dipendenti della stessa azienda che richiedono la cessione del quinto alla stessa finanziaria, o alla stessa banca.

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