TFR: Quando non ti spetta? I casi in cui non ne hai diritto

donna anziana calcola tfr

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una delle componenti essenziali del sistema di retribuzione del lavoro in Italia. Conosciuto anche come “liquidazione”, esso rappresenta una sorta di “salvadanaio”, che il datore di lavoro mette da parte anno dopo anno, in base alla retribuzione del dipendente.

Questo fondo ha la funzione di garanzia per il lavoratore, andando a costituire un corposo gruzzolo di fondo che verrà erogato in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Che si tratti di dimissioni, pensionamento o licenziamento, il TFR maturato fino a quel momento, rappresenta una somma importantissima per il lavoratore, che può decidere di investirla, utilizzarla per avviare un’attività, o semplicemente metterla da parte per il futuro.

Tuttavia, bisogna ricordare che non tutti i lavoratori ne hanno diritto, pertanto se vuoi scoprire in quali casi il TFR non ti spetta, continua a leggere questa guida.

Il TFR e la legislazione italiana

Prima di capire in quali casi non si ha diritto al TFR, cerchiamo di fare chiarezza e di capire cosa dice la legge italiana a tal riguardo.

Come abbiamo detto poc’anzi, il Trattamento di Fine Rapporto è una delle voci di cui è composto lo stipendio lordo di ogni lavoratore dipendente. Il suo funzionamento e la sua gestione, sono regolati dalla legge italiana, in particolare dall’articolo 2120 del Codice Civile italiano, che ne stabilisce le linee guida per il calcolo e l’erogazione.

Il TFR è dovuto a chiunque abbia un contratto di lavoro subordinato, a prescindere dalla tipologia del contratto (a tempo determinato, a tempo indeterminato, a progetto, ecc.). Ogni mese, il datore di lavoro accantona una parte dello stipendio del lavoratore (pari all’1/13,5 dello stesso) che andrà a formare questo fondo.

Per i lavoratori agricoli e domestici sono previste disposizioni specifiche e percentuali diverse per il calcolo del TFR.

Il TFR non è tuttavia dovuto ai lavoratori autonomi, né a coloro che svolgono un’attività professionale associata all’apertura di partita IVA, né a coloro che svolgono attività occasionali con ritenuta d’acconto.

Risulta fondamentale saper distinguere le diverse tipologie di lavoratori per comprendere nel dettaglio a chi spetta il TFR e in quali circostanze. Nei paragrafi successivi, analizzeremo i vari scenari in cui il TFR non viene corrisposto.

I casi in cui il TFR non spetta

Esistono diverse situazioni di lavoro in cui il TFR non viene corrisposto al lavoratore. Ecco un elenco e una spiegazione di questi casi:

Lavoro autonomo, partite IVA e collaborazioni occasionali

I lavoratori autonomi, quelli con partita IVA e coloro che svolgono collaborazioni occasionali non hanno diritto al TFR. Questo perché il TFR è una disposizione specifica dei contratti di lavoro subordinato; non esiste un corrispondente per quei lavoratori che non sono vincolati da un contratto di questo tipo.

Lavoratori del settore pubblico

I lavoratori del settore pubblico hanno diritto al TFR, ma con alcune particolarità. Vediamole nel dettaglio.

Dipendenti pubblici a cui non spetta il TFR

Vediamo più in dettaglio quali sono esattamente le casistiche nelle quali ai dipendenti pubblici non matura il diritto al trattamento di fine rapporto lavorativo.

1. Categorie “non contrattualizzate”

Intendiamo per “categorie non contrattualizzate” quelle categorie di lavoratori che non rientrano nei contratti collettivi di lavoro. Questo significa che sono esclusi dal diritto al TFR. Tale categoria comprende:

  • I magistrati
  • Gli appartenenti ai ruoli dirigenziali delle amministrazioni pubbliche
  • I professori universitari
  • Gli appartenenti alle carriere diplomatiche
  • I militari

2. Coloro che si iscrivono a un fondo di previdenza complementare

I dipendenti pubblici che si iscrivono a un fondo di previdenza complementare non ricevono più il TFR nella forma descritta sopra. Infatti, le somme che normalmente andrebbero dedicate al TFR vengono dirottate al fondo di previdenza complementare. Tuttavia, questo non implica che tali dipendenti non ricevono i benefici del TFR, ma piuttosto che vengono ricevuti in una forma diversa.

3. Dipendenti pubblici assunti prima del 31 dicembre 2000

I lavoratori del settore pubblico assunti prima del 31 dicembre 2000, che non hanno esercitato l’opzione per il TFR mantenendo il Trattamento di Fine Servizio (TFS), non ricevono il TFR alla fine del loro impiego. La loro indennità di fine rapporto viene calcolata secondo le regole del TFS.

Eccezioni e requisiti particolari

In questo paragrafo descriviamo alcune situazioni specifiche che possono comportare la non spettanza del TFR o il diritto a una quota ridotta.

Congedi, aspettative e malattia

Queste tre circostanze possono influenzare la maturazione del TFR. Vediamole nel dettaglio.

Congedi

Nel caso dei congedi parentali, il TFR continua a maturare normalmente, poiché tali periodi sono equiparati ai periodi di lavoro effettivo per quanto riguarda il diritto alla pensione e alla determinazione dell’anzianità di servizio.

Aspettative

In linea generale, solo le aspettative retribuite contribuiscono alla maturazione del TFR. Le aspettative non retribuite invece non contribuiscono alla maturazione del TFR.

Malattia

Per i periodi di assenza dovuti a malattia, il TFR continua ad essere maturato normalmente se l’assenza è retribuita.

Dimissioni e licenziamento

Analizziamo l’impatto delle dimissioni e del licenziamento sul TFR, tenendo conto di vari scenari.

Dimissioni volontarie

In caso di dimissioni volontarie, il dipendente ha diritto al TFR accumulato fino alla data delle dimissioni.

Dimissioni per giusta causa

Se le dimissioni avvengono per giusta causa, ad esempio a causa di un grave inadempimento contrattuale del datore di lavoro, il dipendente ha diritto all’intero importo del TFR maturato fino alla data delle dimissioni.

Licenziamento per giusta causa o giustificato motivo

Se vuoi sapere se in caso di licenziamento per giusta causa, ti spetta il TFR, la risposta è: Si! Infatti anche in caso di licenziamento per giusta causa, o giustificato motivo, il dipendente ha diritto all’intero TFR maturato fino alla data del licenziamento. L’importo viene calcolato considerando tutti gli anni di servizio prestati presso la stessa azienda, compresi quelli in cui si è lavorato con contratti a termine.

Featured image: Immagine di karlyukav su Freepik

2 commenti su “TFR: Quando non ti spetta? I casi in cui non ne hai diritto”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *