Ogni anno quando facciamo la dichiarazione dei redditi il pensiero è sempre lo stesso. Speriamo sempre di riuscire in qualche modo ad ottenere un rimborso delle tasse dal modello 730.
Se siamo stati attenti, dall’intera documentazione emergerà che qualche spesa sostenuta durante l’anno di riferimento è considerata di fatto detraibile dalla famigerata Agenzia delle Entrate.
In questo caso avremo diritto ad un credito d’imposta che possiamo portare in deduzione dalle tasse. In alternativa, possiamo richiedere uno sconto in fattura ad imprese e fornitori. Vediamo di che si tratta.
Cos’è lo sconto in fattura?
Lo sconto in fattura è una riduzione del pagamento di un bene, o di un servizio, di pari importo alla detrazione fiscale per esso prevista, che sono tutte quelle elencate dall’Agenzia delle Entrate, ed introdotte dal Decreto Rilancio. In questo caso la fattura viene emessa ugualmente a prezzo pieno, mentre solo il pagamento (che deve essere fatto tramite un bonifico) sarà decurtato della cifra prevista.
Come abbiamo già detto, spesso possiamo vantare dei crediti d’imposta verso l’Erario. La condizione è che ci sia però capienza Irpef. Per i meno fortunati, non sempre si risulta “capienti” dal punto di vista fiscale. I motivi possono essere diversi, ad esempio:
- L’Irpef lorda versata risulta inferiore all’importo delle spese detraibili, cioè le tasse versate sono minori del credito che vantiamo.
- Oppure non si è obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi a fine anno e quindi non si ha diritto a nessun tipo di compensazione.
In questo caso, non preoccupatevi perché il Decreto Rilancio ha pensato ad una soluzione fatta apposta per voi: lo sconto in fattura.
Si tratta di una modalità di rimborso che consente di ottenere una riduzione dei costi, di pari importo al credito, applicato direttamente sulla fattura del fornitore.
In particolare, se negli anni 2020 e 2021 hai sostenuto delle spese classificate come detraibili ai fini fiscali, hai diritto ad un credito d’imposta che puoi convertire in uno sconto sulle fatture relativo a specifiche categorie di interventi. Un esempio, sono i lavori derivanti da Ecobonus, Sismabonus, Superbonus 110%, ecc.
La normativa permette quindi di trasformare il tuo credito in una riduzione dei costi dell’importo della fattura emessa alla società che ha eseguito gli interventi di ristrutturazione.
Come funziona lo sconto in fattura?
In pratica, l’azienda che si occupa dei lavori anticipa al cliente, in un’unica soluzione, la somma detraibile dalle imposte senza applicare costi aggiuntivi. Il denaro dovrà poi essere utilizzato esclusivamente per coprire le spese relative all’intervento che si vuole attuare.
Lo sconto in fattura può essere concesso al cliente solo dall’impresa che effettua i lavori. In cambio, la società acquisirà il diritto del credito d’imposta verso l’Erario. Nei 10 anni successivi potrà quindi usufruire di una detrazione fiscale suddivisa in 10 quote annuali di pari importo. Nel caso di interventi relativi al Superbonus 110%, la detrazione si divide in 5 anni. Facciamo un esempio.
Immaginiamo che tu sia un cliente che decide di acquistare:
- Infissi in pvc per un totale in fattura di 10.000 euro (IVA trasporto e montaggio inclusi)
- Lo sconto in fattura è del 50% ed è immediato. Quindi paghi solo la metà, cioé € 5.000 euro. In cambio, dovrai cedere all’impresa che ha fatto i lavori il tuo credito d’imposta. Nei 10 anni successivi sarà poi la società a beneficiare della detrazione fiscale.
Sconto in fattura parziale
In tema di sconto in fattura l’Agenzia delle Entrate si è pronunciata in modo molto chiaro. Secondo l’Ente è possibile esercitare tale opzione relativamente ad una quota dell’importo per effettuare i lavori. Lo sconto può quindi anche essere applicato in via parziale.
Cliente e fornitore possono quindi mettersi d’accordo e applicare una percentuale minore all’oggetto della cessione. Ciò significa che la parte di credito non sottoposta allo sconto può essere successivamente portata in detrazione nel modello 730 al momento della dichiarazione dei redditi.
Oppure, puoi sempre scegliere di effettuare la cessione del credito rivolgendoti ad una banca per ottenere un prestito per la parte del credito residuo. In questo caso, il trasferimento del credito dovrà comprendere l’intero importo della quota restante in quanto non è possibile effettuare una cessione parziale.
Il fatto di poter esercitare uno sconto in fattura ridotto, invece, risulta molto comodo specialmente in caso di lavori condominiali, dove si ha a che fare con clienti diversi.
Nel momento in cui più soggetti scelgono di affrontare delle spese per interventi sullo stesso immobile, ciascuno di essi può liberamente decidere se usufruire della detrazione fiscale, dello sconto in fattura o della cessione del credito. Questo indipendentemente dalla decisione degli altri condomini.
A questo punto, l’impresa applicherà la riduzione del costo dell’intervento esclusivamente in relazione al credito dei soggetti che partecipano all’operazione.
Vantaggi dello sconto in fattura
Immediatezza
Uno dei vantaggi principali dello sconto in fattura è la tempestività. Infatti, esercitare una tale opzione significa poter beneficiare subito della riduzione sull’importo da pagare per i lavori. Il risparmio è quindi immediato.
Incapienza fiscale
Un altro aspetto importante da ricordare, nonché il motivo centrale che ha dato vita a queste disposizioni, è il tema della capienza fiscale già citato in precedenza. Quando presentiamo la dichiarazione dei redditi, può capitare che le tasse che dobbiamo versare non siano sufficienti a garantirci il credito d’imposta.
Ad esempio, chi effettua lavori per 40 mila euro ammessi al Superbonus 110%, ha diritto a una detrazione di 50 mila euro da poter fruire, se vuole, come sconto immediato dal fornitore. Indipendentemente dall’Irpef lorda. La situazione cambia quando optiamo per la detrazione fiscale.
Prendiamo un altro esempio. Se hai sostenuto dei costi derivanti dal Bonus ristrutturazioni pari a 60 mila euro e hai diritto alla restituzione del 50% delle spese effettuate per un totale di 30 mila euro, la detrazione fruibile è divisa in 10 rate annuali di pari importo, cioè 3.000 euro.
A questo punto, se hai Irpef lorda da versare uguale o superiore a 3.000 euro, si parla di soggetto fiscale capiente. Mentre, se hai Irpef lorda pari a 2.000 euro allora i 1.000 euro di differenza non ti verrebbero compensati.
Con lo sconto in fattura questo non accade più. Infatti, non perdi più nulla ma in alcuni casi guadagni anche più di quel che spendi (Superbonus 110%). Il Decreto Rilancio 2020 è stato proprio pensato per rimettere in moto l’economia e per aiutare quei soggetti che, non trovando capienza fiscale, di solito non possono fruire di tali agevolazioni.
Costo zero
Ultimo ma non ultimo, va ricordato che lo sconto in fattura è a costo zero. Quando ci rivolgiamo ad una banca, può capitare che questa accetti il nostro credito d’imposta in cambio di liquidità, ma ne trattiene una parte per coprire le spese di gestione per l’erogazione del prestito finanziario. Al contrario, imprese e fornitori che effettuano i lavori oggetto di beneficio fiscale non applicano costi supplementari.
Come richiedere lo sconto in fattura?
La detrazione fiscale si applica in 10 quote annuali (5 per gli interventi Superbonus 110%). Il beneficiario della detrazione ha la possibilità di ricevere direttamente dal soggetto che realizza gli interventi uno sconto in fattura dei lavori sostenuti. L’impresa potrà quindi beneficiare nei 10 o 5 anni successivi della detrazione fiscale. Ovviamente, possiamo chiedere lo sconto in fattura solo ed esclusivamente alla società incaricata dei lavori.
Per effettuare la richiesta dovrai obbligatoriamente trasmettere, in via telematica, il modulo apposito presente sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate. La comunicazione va fatta entro e non oltre il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese.
In alternativa, puoi sempre rivolgerti ad un qualsiasi intermediario abilitato alla trasmissione delle dichiarazioni fiscali. Come CAF, dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro, ecc.
Ecco in allegato il modello ufficiale per la compilazione e l’invio della comunicazione:
Violazione dei requisiti
Come ben sappiamo, l’Agenzia delle Entrate non regala niente. Bisognerà stare quindi molto attenti non solo alla correttezza della documentazione ma anche (e soprattutto) agli importi richiesti.
Nell’ambito dell’ordinaria attività di controllo l’Ente procede, in base a criteri selettivi e prestando molta attenzione anche a:
- La capacità operativa degli uffici che si occupano dell’operazione
- La verifica documentale della sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta.
Qualora sia accertata la mancata integrazione, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta, l’Agenzia delle Entrate provvede immediatamente al recupero dell’importo. Ovviamente nella misura della detrazione non spettante, maggiorata degli interessi e delle sanzioni previste per legge.
I fornitori e i soggetti cessionari (ad esempio la banca a cui viene trasferito il credito) sono responsabili solo per l’eventuale utilizzo irregolare del beneficio fiscale. Cioè quando questo risulta essere superiore rispetto allo sconto praticato o al credito ricevuto.
Di conseguenza, il recupero dell’importo è effettuato solo nei confronti del soggetto beneficiario. Ma la responsabilità degli atti posti in essere si estende anche al fornitore che ha applicato scorrettamente lo sconto e a tutti i cessionari coinvolti e interessati.
Approfondimenti
Se vuoi saperne di più sui bonus fiscali del Decreto Rilancio puoi leggere i nostri articoli dedicati ai seguenti link:
- Ecobonus, Bonus Facciate e Superbonus: Guida alla Cessione del Credito
- Bonus ristrutturazioni: Cos’è? Come funziona? Tutto quello che devi sapere
- Cessione del credito: Cos’è? Come funziona? Tutto quello che devi sapere
- La differenza tra cessione del credito e sconto in fattura.
Domande comuni
Quando scade lo sconto in fattura del 50?
La legge di bilancio 2022 ha esteso il credito Ecobonus di Zero Carbon Building fino alla data del 31 dicembre 2024. Ciò che è stato richiesto durante il suo rilancio è ancora presente: oltre al normale incentivo Ecobonus del 50% frazionabile in 10 anni, il cliente può usufruire anche dello sconto in fattura.
Cosa significa sconto in fattura?
Lo sconto in fattura è un vero e proprio sconto che consiste nella riduzione dell’importo finale della fattura al pari della detrazione a cui si ha diritto.
Come funziona sconto in fattura 50
Viene applicata la percentuale di sconto a cui si ha diritto. Se ad esempio una ditta esegue un lavoro in ristrutturazione per 10.000 euro, ed abbiamo diritto ad una detrazione del 50%, l’impresa ci chiederà un pagamento di 5.000 euro, mentre la parte restante sarà compito dello Stato liquidarla secondo le modalità previste.
Quando scade lo sconto in fattura per gli infissi?
Secondo la legge di bilancio 20220, anche per gli infissi vale sempre la scadenza prorogata del 31 dicembre 2024.
Quale bonifico per sconto in fattura?
Per poter usufruire dello sconto in fattura è necessario effettuare il pagamento della fattura con il bonifico parlante, che differisce da quello normale per il fatto che deve indicare il codice fiscale di chi usufruisce della detrazione, la partita iva delle ditta che lo riceve, e la legge di bilancio a cui la detrazione fa riferimento.